A ognuno di voi sarà capitato, almeno una volta nella vita, di raggiungere Firenze passando prima da Montelupo Fiorentino, poi da Camaioni e Brucianesi e infine da Lastra a Signa. La strada corre parallela sia alla ferrovia che congiunge Pisa a Firenze per la via di Signa, sia al fiume Arno, che in maniera ondulata disegna la sua traiettoria.
In quel tratto di territorio, oggi, ha sede la Frosini Pietre. Quel tratto nasconde però molte altre storie, intorno al Mondo della Pietra. Infatti, se sulla riva destra troviamo il masso della Gonfolina e le ex cave di Lastra a Signa(il prossimo post racconterà qualcosa in merito…)sulla riva sinistra troviamo il versante della Gonfolina che fa capo al Comune di Carmignano e alla fraz. di Comeana.
Fino a non molti decenni fa, il suono caratteristico della valle era il picchiettio dei mazzuoli degli scalpellini sui massi in estrazione, mentre il traffico odierno era sostituito dai famosi “navicellai” (grandi barconi), che dalle cave dell’una e dell’altra sponda, trasportavano il materiale verso Livorno e Pisa.
Secondo gli storici Tozzetti prima e Repetti dopo, la pietra della Gonfolina era <<consimile per grana, colore e uso a quella fiesolana>>. Non è un caso che le cave di pietra nella zona fiorentina, sorgono a ridosso di Artimino e Fiesole, i due centri etruschi più importanti.
Comeana, comunque, nel corso dei secoli aveva assunto una sua importanza. Infatti se nel 1811 il paese aveva 1427 abitanti, 140 di essi lavoravano nelle 11 cave presenti, che dal 1914 arrivarono a essere 33. Gli operai impegnati, in totale, furono 300, di cui 50 sotto i 15 anni d’età. Il resto erano adulti. Negli anni successivi il numero di operai diminuì vistosamente, poiché i giovani cercavano lavori più redditizi o preferivano lavorare nelle botteghe dei marmisti.
Negli anni d’oro della pietra Serena a Comeana, il paese era un centro rinomato; molte committenze arrivavano da Pisa, Montecatini e Firenze e alcune anche dalla Svizzera e dalla Francia. Oggi, invece, tranne un monumento in bassorilievo nella via principale del paese e un masso nella rotatoria per chi proviene da Poggio a Caiano, l’antico mestiere più in voga a Comeana è stato pressoché dimenticato.
Solo la Proloco di Carmignano, nelle sue pagine, tenta di ricordare questo genere d’attività.
Ringrazio la Proloco per avermi fornito il materiale e invito, chi volesse, a contattarli per saperne di più.
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