Continuiamo con la rassegna circa gli strumenti dello scalpellino; siamo giunti alla quarta puntata! Questa e ancora un’altra per descrivere, in maniera precisa, tutti gli strumenti presenti nella Bottega della Frosini Pietre. Quelli di oggi sono i classici strumenti della tradizione scalpellino di un tempo che fu, con particolare attenzione alla Binda e ai punciotti, mentre il mazzuolo o mazzolo è certamente uno strumento che rientra maggiormente nel sentito comune.
Come ogni volta, in fondo all’articolo, troverete le foto inerenti gli strumenti presentati. Segnaliamo come la Binda sia un vero e proprio reperto storico, datata 1866 e di proprietà di Tullio Naldi, l’ultimo scalpellino di Lastra a Signa intervistato qualche settimana fa .
Binda
Etimologia & Storia: (fr. cric; sp. gato; ted. Bauwinde; ingl. Jack). – Piccola macchina usata per sostenere o alzare con uno sforzo moderato carichi rilevanti, specialmente nelle cave di pietra e in cantieri di costituzione.
Struttura & Funzioni: È costituita da una leva che agisce su un rocchetto, il quale ingrana in una cremagliera che può spostarsi verticalmente, sollevando così il peso desiderato. Un nottolino impedisce la discesa della cremagliera sotto carico. La binda è una macchina azionata a mano, che serve per il sollevamento a modesta altezza di carichi anche rilevanti, dell’ordine delle tonnellate.
Punciotti
Struttura & Funzioni: Ferri corti e robusti con punte a cono e diametro di circa 20-30 mm, erano usati in serie per spaccare e dividere in più parti il blocco di pietra. La tecnica consisteva nel praticare con mazzuolo e subbia una serie di fori posti alla stessa distanza l’uno dall’altro lungo la linea prevista di divisione del pezzo(operazione chiamata “puntata a scarso”). La distanza tra i fori dipende dallo spessore del blocco di pietra e dalla consistenza del materiale. Essa corrisponde, in media, a 5-10 cm. Venivano quindi inseriti i punciotti che, battuti in serie con la mazza, provocavano, per pressione sulle superfici laterali del foro, il distacco delle due parti del materiale.
Storia: L’uso dei punciotti in cava vive esclusivamente nella memoria dei vecchi cavatori. Queste operazioni, lunghe, faticose e difficili, sono sostituite dalle seghe con il filo elicoidale, a telaio e a disco diamantato.
Mazzuolo
Etimologia & Storia: mazzuòlo1 (o mazzòlo) s. m. [der. di mazza; cfr. mazzuola]. mazzuolo /ma’ts:wɔlo/ (o mazzolo) s. m. [der. di mazza]. – (tecn.) [arnese a forma di martello, con testa di legno o di acciaio] ≈ mazzuola.
Nome di varî strumenti in forma di martello, usati per imprimere colpi. Nello specifico è un attrezzo da scalpellino (detto anche mazzotta), più piccolo della mazza, con o senza penna, usato nelle cave per fare la prima grossolana sbozzatura dei pezzi cavati.
Struttura & Funzioni: Il mazzuolo usato nel secolo scorso era composto da una testa in ferro non temperato con due bocche quadrangolari e un occhio centrale per l’innesto del manico di legno. Alla fine del XIX secolo è stato introdotto, per ragioni di costo, un tipo di mazzuolo in ferro temperato con le bocche riempite di rame. In entrambi i casi le subbie e gli scalpelli, che sono temperati alle estremità, col tempo provocano nella bocca del mazzuolo un foro che periodicamente viene riempito, nel primo caso, con pezzetti di ferro dolce, nel secondo con il rame. Il motivo di questi accorgimenti è che il mazzuolo assorbe il contraccolpo dello strumento da taglio con un triplice vantaggio:
Il mazzuolo è usato sia nelle fasi di lavorazione in cava, sia per le lavorazioni in cantiere e in quelle di finitura. Varia per dimensioni in base all’intensità percussiva richiesta.