“Scultori senza arte” è l’appellativo con il quale, per molti secoli, gli scalpellini di mezzo mondo hanno dovuto convivere. Infatti, a partire dall’epoca delle Grandi Piramidi degli Egizi, passando per il Rinascimento fiorentino e arrivando, passo dopo passo, ai giorni nostri, gli scalpellini sono stati definiti come “operai di cava che tagliano la pietra e la lavorano con le punte e lo scalpello per costruire opere in serie. L’unica arte che è attribuita loro è quella di conoscere il materiale che trasformano…”.Pensando, invece, alle nostre città, gli scalpellini si sono resi protagonisti nella realizzazione di piazze, palazzi, fontane, pilastri, capitelli, etc, alcuni dei quali di notevole pregio.
Quello che spesso si dimentica sugli scalpellini sono sia le condizioni di lavoro, sia l’uso di strumenti pesanti e di poca praticità. Lo scalpellinare era un lavoro che comportava un enorme utilizzo di energie, soprattutto fisiche, le quali, sovente, si traducevano in problemi alle mani o alla schiena.
Esistevano personalità differenti tra gli scalpellini, molti dei quali abili a realizzare i classici prodotti derivanti dalla pietra; alcuni, forse i più abili, riuscivano anche a creare manufatti per gli usi più disparati, come potevano essere quelli per la cucina, per l’erboristeria, per gli oleifici o le tintorie.
Certamente sia gli uni che gli altri, oggi, sono scomparsi. Le cause di tale moria sono da collegare al progresso tecnologico, che nell’ultimo secolo ha subito un’accelerata pazzesca. Infatti, se prima il lavoro dello scalpellino aveva i suoi tempi e i suoi standard di qualità, oggi, le macchine riescono a replicare, quasi totalmente, tali standard, di fatto mettendo da parte la figura dello scalpellino.
Lo scalpellino si è ritrovato, quindi, ad attendere clienti di nicchia, più esigenti e certamente amanti di un mestiere antico, dove i colpi che vengono dati alla pietra sono più decisi, ma anche più faticosi.
Fortunamente vi sono rimaste delle tracce di questo passato. Nei pressi di Belluno è possibile visitare il Museo delle Pietra e degli Scalpellini, mentre nella Repubblica di San Marino, l’Associazione La Casa D’Oro propone, ogni estate dal 2011, delle attività di recupero della tradizione scalpellina, rivolte a ragazzi/e della zona.
Nel territorio fiorentino, l’Opera del Duomo possiede ancora una bottega dove operano maestri scalpellini.
Noi della Frosini Pietre, invece, nelle prossime settimane vi faremo conoscere il mondo degli scalpellini e più in generale della pietra, portandovi alla scoperta di una serie di storie, aneddoti, statistiche, leggende, personaggi, che ancora oggi animano questo settore.