Visto il grande interesse per il tema, riproponiamo oggi questo articolo in due parti del blog della Frosini Pietre del 2016. Si tratta di un approfondimento tecnico-geologico sulle Pietre Arenarie, con la sezione Materiali che ci auguriamo possa stimolare la curiosità dei nostri lettori.
Oltre l’antica Pietraforte, dal colore dorato, che ha rappresentato la nota caratteristica dell’architettura fiorentina almeno fino al XVI secolo, vengono utilizzate ampiamente le pietre arenarie grigie. Sono cavate in tutta la Regione, in particolar modo quelle denominate Macigno e Pietra di Firenzuola.
Bisogna sottolineare che, a dispetto delle somiglianze (sono abbastanza simili per un occhio poco avvezzo), le due arenarie appartengono a situazioni geologicamente differenti e presentano diversità abbastanza marcate nella loro composizione, struttura e proprietà tecniche.
Uno degli elementi di confusione è dato dall’attribuzione del nome commerciale Pietra Serena. Questo è utilizzato per entrambe le arenarie, ma sarebbe più corretto riferirlo alla sola varietà dell’arenaria Macigno, di un grigio-azzurro che ricorda il colore del cielo sereno.
Trattandosi di rocce sedimentarie, le arenarie non sono materiali omogenei. In cava si presentano in strati che possono avere caratteristiche differenti. All’interno di un singolo strato o livello possono presentarsi variazioni dovute alla natura mineralogica e petrografica dei sedimenti e ai processi di formazione della roccia.
Normalmente vengono distinte diverse varianti merceologiche della stessa roccia sulla base delle caratteristiche più evidenti (colore, grana, venature, compattezza, durabilità, lavorabilità, etc.)
I nomi utilizzati commercialmente sono puramente descrittivi e non hanno valore tecnico o geologico. (FINE PRIMA PARTE)