La Pietra Macigno è una formazione geologica dell’Oligocene (ca. 30 milioni di anni fa) ampiamente rappresentata in tutto l’Appennino settentrionale con importanti affioramenti in Toscana (dorsale Monte Orsaro – Monte Albano – Greve in Chianti – Monte Cetona). Ciò ha fatto sì che sia stato ed è tuttora uno dei materiali in assoluto più utilizzato nell’architettura della Regione.
Le cave di cui si serviva la città di Firenze erano quelle della Via Faentina, della Bolognese, di Gonfolina, di Tavarnuzze, di Greve in Chianti (quest’ultima ancora attiva, in località Caprolo, a pochi chilometri dal centro di Greve in Chianti).
In affioramento il Macigno si presenta come un caratteristico deposito turbiditico. Vi è alternanza di potenti strati di arenaria (dai 2 ai 5 metri, ma anche fino a 40), che sarebbe propriamente la Pietra Serena, e più sottili strati arenaceo pelitici.
La scarsa quantità di quarzo rispetto ai feldspati definisce tecnicamente la roccia una grovacca immatura feldspatica. E’ fondamentale anche sottolineare lo scarso contenuto di carbonati (solubili in acqua) e l’abbondante matrice costituita da fillosilicati (minerali argillosi). I frammenti clastici (granuli) sono di origine sedimentaria, vulcanica e metamorfica.
Il tipo di matrice rende la roccia molto lavorabile. Si utilizza per la realizzazione di fregi, capitelli e rifiniture di facciate ma anche per rivestimenti e pavimentazioni o per soluzioni architettoniche particolari, come loggiati o colonne monolitiche, visto che se ne possono estrarre blocchi di notevoli dimensioni.
La Pietra di Firenzuola viene cavata nei pressi della cittadina omonima. Il colore è molto simile all’arenaria Macigno anzi se vogliamo ancora più “sereno” visto che le tonalità sono tendenzialmente più chiare e con sfumature azzurrognole. Si tratta però di un litotipo appartenente alla formazione geologica detta Marnoso Arenacea, ben distinta dal Macigno e di età più recente (Miocene, 10-20 milioni di anni).
È molto diffusa nel versante orientale dell’Appennino tosco-romagnolo fino alle Marche. Il litotipo cavato, pur essendo molto simile nell’aspetto e nei meccanismi genetici alla Pietra Serena, presenta diversità mineralogico-petrografiche tali da peggiorarne la durabilità. Uno dei motivi fondamentali di tale comportamento, oltre al notevole contenuto di carbonati (calcite e dolomite) che rendono la roccia meno resistente all’attacco chimico, deve essere ricercato nella struttura assai diversa della porosità, che rende il materiale capace di saturarsi più velocemente. Posata in esterni tende ad alterarsi piuttosto rapidamente con tipiche esfoliazioni “a cipolla” che si possono presentare anche nella Pietra Serena, ma in tempi molto più lunghi.
Litotipo |
Macigno di Greve | Pietra di Firenzuola |
Colore | Grigio da medio a scuro, tendente al verde | Grigio da chiaro a medio, neutro o tendente all’azzurro |
Grana | Media, comunque visibile | Medio-fine |
Formazione geologica |
Macigno | Marnoso Arenacea |
Età | Oligocene | Miocene |
Composizione mineralogica tipica |
Quarzo 36% Fillosilicati 34% Feldspati 22% Calcite 7% Altri 1% |
Quarzo 32% Fillosilicati 20% Feldspati 22% Calcite 20% Dolomite 5% Altri 1% |
Densità reale | 2,75 g/cm3 | 2,70 g/cm3 |
Peso specifico apparente |
2,50 g/cm3 | 2,49 g/cm3 |
Porosità totale | 6,5 % | 7,6 % |
Coefficiente di imbizione (peso) | 1,9 % | 2,8 % |
Resistenza a compressione |
1045 Kg/cm2 102,5 MPa |
1149 Kg/cm2 112,7 MPa |
Resistenza a flessione | 106 Kg/cm2 10,0 MPa |
126 Kg/cm2 12,4 MPa |
Resistenza all’abrasione | RD2232 8,1 mm UNI6506 0,32 |
RD2232 8,1 mm UNI6506 0,30 |